SAN NICOLA DA TOLENTINO A 700 ANNI DALLA MORTE


Il VII Centenario della morte ripercorre la strada che si è aperta il 10 settembre 1305, per giungere fino a noi, riscoprendo parte dell’arte e delle espressioni di pietà popolare sparse in suo onore in tutti i continenti.

A questo tende l’articolato programma di avvenimenti, dall’ottobre del 2004 alla primavera del 2006: convegni, mostre (Roma, Madrid, Vienna), pubblicazioni di grande prestigio.

Come altri santi, san Nicola da Tolentino ha portato il messaggio cristiano e l’immagine dell’Italia in ogni angolo della terra legando il vocabolo «Tolentino» a numerose località e personaggi: le ritroviamo perfino nel cuore delle foreste dove secoli fa missionari agostiniani hanno portato la fede cristiana e la devozione a san Nicola.

Il poema pittorico del trecentesco Cappellone di San Nicola ispira da secoli l'iconografia del Santo e incanta le folle di devoti che giungono alla sua tomba.

Correva l’anno 1305 e moriva a Tolentino frate Nicola, monaco agostiniano, che negli ultimi 30 anni della sua vita aveva svolto apostolato in modo semplice e aperto a tutti, ricchi e poveri: confessioni, sante Messe, elemosine e tanta penitenza per quanti si rivolgevano a lui.

Subito dopo la morte, come sovente nei momenti privilegiati della storia della Chiesa, folle di fedeli, attratte dalla fama di santità e dal potere taumaturgico del frate agostiniano, si riversano intorno al suo sepolcro, pregano, bivaccano anche durante la notte, in attesa del miracolo, che spesso si avvera. 301 se ne contano appena dopo 20 anni durante il Processo di Canonizzazione, e tanti altri se ne contano lungo tutti i secoli e in tutte le parti del mondo. Invocato dalle mamme in ansia per i loro figli, talora come protettore contro la peste, o contro i terremoti e le altre calamità naturali, oppure contro le malattie, ma anche come protettore dei deboli, pacificatore delle liti sia civili che ecclesiastiche, soccorritore dei poveri ed infine, ovunque, protettore delle Anime Purganti.

Questo il Santo, senza fatti straordinari nella sua vita: solo coerente e totale accettazione della sequela di Cristo secondo la Regola di S. Agostino, «il Padre comune dell’Europa cristiana», come lo definisce il Santo Padre. Chiese, cappelle, altari, confraternite, parrocchie, strade, perfino Comuni intitolati a lui ovunque, fin dai primi secoli. E gli artisti hanno risposto alla domanda dei fedeli, riempiendo chiese e musei di eccelse opere d’arte, come Piero della Francesca, Raffaello, Guercino, fino ai giorni nostri; altri, sconosciuti, hanno interpretato la gratitudine dei devoti con centinaia di ex-voto, espressioni della fede semplice e spontanea che nasce dalla devozione popolare.